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marco branchi

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Sabato 8 ottobre alle ore 17,00 “Abruzzo, terra di emozioni” arriverà a Roma, ad EATALY, in via XII Ottobre 1492 ad Ostiense. Grazie alla collaborazione con il Club dei Borghi più Belli d’Italia, coordinamento Abruzzo e Molise, il fotografo GIORGIO MARCOALDI presenterà il suo libro, nei pressi dello spazio che EATALY ha messo a disposizione al Club, posto al II piano della sua bella e prestigiosa struttura. Un libro molto bello, con foto suggestive realizzate nei comuni abruzzesi da un fotografo veramente bravo. Un appuntamento da non perdere.

La fotografia in bianco e nero resta ancora oggi., nonostante tutta la potenza e l'evoluzione del digitale, il terreno ideale per l'uso dei filtri fotografici. Qui vediamo una foto, scattata in una nuvolosa giornata di settembre a Campo Imperatore, nel massiccio del Gran Sasso. Personalmente preferisco evitare di scattare con l'opzione bianconero incorporata nella reflex. Il bianco e nero creato dalla macchina, pur essendo un grande passo avanti al vecchio metodo di desaturare l'immagine con photoshop oppure l'uso del metodo lab sempre in photoshop, non mi convince affatto. Quindi consiglio di scattare in Raw e poi sviluppare il file grezzo. Il sistema migliore è utilizzare un software con Silver efex pro 2. La prima foto è stata scattata applicando un filtro ND 06 (assorbe due stop di luce) sul cielo, migliorando di molto l'esposizione e tirando fuori le nuvole, anche se queste erano abbastanza visibili a priori. Sempre sulla parte del cielo ho applicato un filtro di correzione colore blu.  Qui sotto vediamo l'immagine in bianconero di partenza. Poi a seguire la stessa foto dopo l'applicazione del filtro rosso, del filtro verde e del filtro azzurro. Ed ecco l'effetto dei vari filtri.
     

     

Dove praticare la fotografia di natura. I cervi nel Parco Nazionale Abruzzo Lazio Molise (Pnalm).
           

La fine dell'estate e l'inizio dell'autunno da qualche anno è diventato il periodo ideale per andare a "cercare" i cervi nel tentativo di riprendere il bramito, e magari qualche lotta tra maschi e, perchè no, anche l'accoppiamento. I cervi (Cervus elaphus) sono stati oggetto di reintroduzione nella seconda metà degli anni settanta dello scorso secolo. La reintroduzione ha avuto un grande successo tanto che oggi il cervo è diffusissimo in tutto il territorio del Pnalm, arrivando addirittura a frequentare i centri abitati, specialmente Villetta Barrea e Civitella Alfedena. Oltre ai cervi, negli ultimi anni anni è aumentato anche il numero di fotografi che in mimetica e tuta da combattimento, armati di potenti teleobiettivi, si aggirano per il territorio del Pnalm. Storicamente il gruppo di cervi, molto numeroso, meglio fotografabile, anche perchè ambientato in una situazione davvero spettacolare, era quello che frequentava la zona del lago Vivo. 


La conca del lago Vivo è raggiungibile da Barrea con circa due ore di salita utilizzando un sentiero molto bello che al termine della salita si apre sul lago. La pressione molto forte di gruppi numerosi di fotografi ha allontanato un gran numero di cervi in cerca di una situazione più tranquilla. Attualmente i siti per andare a cercare i cervi sono molti, sparsi in tutto il Parco. I sentieri verso il Monte Marsicano e Passo Godi possono dare belle soddisfazioni. Attorno ai campeggi tra Civitella Alfedena e Villetta Barrea si possono fotografare esemplari con soddisfazione senza andare in molti in zone dove è facile recare disturbo a diverse specie animali. Qui gli animali si lasciano avvicinare con relativa facilità, dando la possibilità di portare a casa scatti interessanti, sopratutto nelle prime ore del mattino e prima del tramonto. E' importante vestirsi in maniera adeguata, anche perchè eventuali variazioni meteo possono creare problemi, consideriamo che Civitella Alfedena si trova 1200 metri di altezza. Dal punto di vista dell'attrezzatura, qui siamo nel regno dei teleobiettivi. I teleobiettivi sono pesanti, ingombranti e trasformano dopo un pò qualsiasi tranquilla passeggiata in uno sforzo fisico notevole, ma sono necessari per riempire il fotogramma. Anche trovando soggetti confidenti presso i due campeggi, secondo me è meglio utilizzare il tele, sia per non avvicinarsi troppo al soggetto, che non è mai consigliabile, sia per sfruttare l'effetto di compressione e sfocato tipico delle ottiche lunghe. Un 300mm va già molto bene nella maggior parte delle situazioni, un 400mm o addirittura un 500mm sono l'ideale nel caso trovassimo branchi di cervi nelle parti più selvagge. Consideriamo che in questa stagione i maschi sono più facilmente avvicinabili, ma non vi consiglio di provare l'ebbrezza di fotografare un maschio adulto con un 20mm per poterlo raccontare sui forum ! C'è poi il problema dei tempi di esposizione. Lo so che ormai "tirano" la sensibilità a livelli stratosferici (io avendo fotografato per anni con pellicola Velvia 50 Asa rabbrividisco quando sento parlare di 3200 Iso, se non di più) e in tanti usano obiettivi stabilizzati. Ma almeno un monopiede, se non un fastidioso ma quasi essenziale cavalletto, portatevelo. E in quanto al cavalletto, lo dico perchè incontro molti fotografi nel Parco, se quando ci montate l'ottica e con leggero spostamento vedete che traballa tutto, prendete in esame l'idea di farvene un altro. In ultimo, è da tener presente che se si riesce a fotografare esemplari nel bosco si porteranno a casa belle immagini, ma all'interno del bosco esiste un grande problema di esposizione. In presenza di forte luce solare si troveranno zone molto illuminate che disturano l'immagine finale. La foto ai cervi nel bosco non vuole il bel tempo. Un cielo velato, brutto per i paesaggi, è ideale per i cervi, e se poi di mattina presto trovate la nebbia (vicino c'è il lago e l'umidità regna sovrana), e ci trovate anche il cervo, allora vale tutta la fatica.